Un futuro… sostenibile!

Sostenibilità” dal latino “sustinere”, ovvero sostenere, difendere, prendersi cura.
Ed è proprio dalla cura del nostro presente che dobbiamo partire per migliorare il nostro futuro e quelle delle nuove generazioni.

“Sostenibilità” non è soltanto una parola, entrata nel lessico di ognuno di noi, ma è un must, una scelta identitaria che richiede cambiamenti soprattutto nell’operato quotidiano: riconcepire i propri prodotti/servizi andando incontro ai bisogni insoddisfatti dell’intera società per ridurre l’impatto generato sull’ambiente.

L’obiettivo è quello di adottare un modello di sviluppo economico in grado di soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri.

La sostenibilità si fonda sull’interconnessione di tre elementi:

  1. crescita economica;
  2. inclusione sociale;
  3. protezione dell’ambiente.

Il concetto di sviluppo sostenibile, inoltre, è alla base dell’Agenda Globale per il 2030 delle Nazioni Unite, volta ad identificare un programma d’azione che si articola in 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) c.d. Global Goals.

Oggi giorno le aziende non vengono valutate esclusivamente sulla base della loro abilità di produrre denaro ma, al contrario, l’attenzione si sta sempre più orientando sulla capacità delle medesime di produrre risultati etici, come l’inclusione sociale o la protezione dell’ambiente.
Diventa quindi fondamentale ed imprescindibil porre l’attenzione ai tre fattori cardine per uno sviluppo sostenibile: i fattori ESG.

ESEG, acronimo di “Environmental, Social, Governance”, identifica, rispettivamente:

  • il fattore ambientale: che riguarda tutte le iniziative e le azioni che hanno l’obiettivo di ridurre il più possibile l’impatto che le aziende hanno sull’ambiente e sul territorio;
  • il fattore sociale: che comprende tutte le iniziative aziandali che generano un impatto sociale. L’attenzione va, ad esempio, alla valorizzazione del capitale umano, al rispetto dei diritti umani, all’attenzione alle condizioni di lavoro, al rifiuto di tutte le forme di discriminazione;
  • il fattore gestione governativa: che riguarda aspetti più interni all’azienda e alla sua amministrazione, particolarmente importante in quanto su di essa gli osservatori esterni valutano l’identità aziendale.

Perché spingersi verso strategie ESG?

  1. Consapevolezza e responsabilità: consapevolezza delle minacce associate ai cambiamenti climatici e della necessità di dover ridurre i propri consumi, sia nelle scelte produttive che in quelle distributive della propria azienda;
  2. Sprechi e risorse: riduzione degli sprechi e migliore gestione delle risorse. Questo oltre ad essere un elemento importante per la sostenibilità ambientale della propria azienda, comporta anche dei benefici economici considerevoli nel breve periodo;
  3. Identità e impegno: le scelte dei consumatori si rivolgono ormai verso prodotti e servizi in grado di garantire e di comunicare impegno sociale e politiche di riduzione dell’impatto ambientale. Anche l’identità dell’impresa ne trae un vantaggio considerevole, in quanto il consenso presso i consumatori e i clienti aumenta.

Per definire un investimento responsabile e sostenibile questo deve creare valore sia per l’investitore che per la società.

Un’attività, per dirsi eco-sostenibile, deve essere in grado di soddisfare 3 criteri:

  1. contribuire positivamente in modo sostanziale ad almeno uno dei sei obiettivi ambientali*;
  2. non produrre impatti negativi su nessun altro obiettivo;
  3. essere svolta nel rispetto di garanzie sociali minime.

*1) la mitigazione degli effetti del climate change; 2) l’adattamento al climate change; 3) l’uso sostenibile e la protezione dell’acqua e delle risorse marine; 4) la transizione verso un’economia circolare; 5) la riduzione degli sprechi e il riciclo dei materiali; 6) il contenimento dell’inquinamento e la tutela degli ecosistemi.

L’Unione Europea, attraverso la finanza sostenibile, intende orientare i flussi di denaro dei mercati finanziari verso attività economiche definite sostenibili in accordo con la Tassonomia, in modo che anche i capitali privati possano contribuire in questa direzione.

Moltissime sono ormai le imprese italiane che hanno investito il proprio fatturato in sostenibilità, prestando attenzione alle principali voci di spesa, quali:

  • Interventi per l’efficienza energetica;
  • Tecnologie per energia da fonti rinnovabili;
  • Riduzione delle emissioni;
  • Formazione del personale.